POESIA EDITA 

Di seguito una breve presentazione degli otto finalisti scelti per la sezione "Poesia Edita"

Stefano Baldinu - Finestre

Stefano Baldinu nasce a Bologna e durante il suo ultimo anno delle superiori scocca il "colpo di fulmine" con la poesia leggendo Foscolo, Quasimodo, Ungaretti. Durante le sue numerose partecipazioni a concorsi letterari, incontra figure poetiche importanti del panorama italiano che saranno importanti per la sua crescita personale. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti sia in lingua che in vernacolo, prevalentemente in lingua Sarda. Le sue poesie sono tradotte in spagnolo, inglese, albanese, cinese, rumeno e polacco. Con "Finestre" ha voluto condividere un nuovo, intimo percorso di esplorazione ponendosi in ascolto, forse come mai prima di adesso, di sé stesso e di ciò che lo circonda. Gli affetti più cari, la meraviglia delle piccole cose, il dramma della guerra, l'amore e la vita nelle storie di paese. Le finestre rappresentano il nostro aprirsi verso orizzonti non solo nella realtà che ci circonda ma anche verso quelli dentro di noi.

Aurora Cantini - Sopra le nuvole il mare 

Aurora Cantini  vive ad Aviatico, Altopiano Selvino Aviatico, Orobie bergamasche. Scrive da quando aveva otto anni, da quando cioè creava poesie anche su richiesta per eventi familiari e ricorrenze, o componeva storie create sul selciato o ascoltando i suoni del bosco dietro casa. Prima ancora, a cinque anni, inventava i versi davanti alla finestra. La sua prima poesia è apparsa sulla rivista nazionale "Primavera" quando aveva appena 14 anni.  Nel 2021 ha festeggiato i suoi 50 anni di vita letteraria, partendo dalla prima poesia scritta a scuola in terza elementare e letta in pubblico dalla mia maestra. Il 2023 è stato per lei un anno carico di emozioni perché sono passati esattamente 30 anni dalla sua prima pubblicazione, il libro di poesie Fiori di campo, che ho presentato alla sesta edizione del Salone del Libro di Torino il 23 maggio 1993. Con la sua silloge condivide un inno alle stagioni della vita dopo anni di dolore e isolamento. Ci rimanda ad immagini di uomini e donne straordinari, passando per la guerra ed il terrore provocato dagli orrori umani. Con la sua opera, ci invita a “rinascere attraverso l’abbraccio della poesia”.

Mariangela De Togni - Si fa soglia il mare nel silenzio

Mariangela De Togni, è nata a Savona, ed è suora delle Orsoline di Maria Immacolata di Piacenza. Insegnante, musicista, studiosa di musica antica, ha pubblicato numerose opere nel corso degli anni. E' presente nel dizionario della biblioteca di stato, in antologie, blog e riviste di poesia. Numerosi i premi e i riconoscimenti. Con la sua silloge poetica ci parla del "buio" che sempre di più coinvolge la nostra esistenza. Attraverso le metafore del mare e del cielo, ci porta a trovare il barlume di luce che ci orienta e dà senso al nostro esistere. La speranza trova radice in noi stessi, il battito del nostro cuore ci conforta, ci rassicura e ci ispira parola di accettazione e fiducia. 

Morena Festi - E le stelle stanno a guardare

Morena Festi vive a San Matteo della Decima, piccolo paese delle campagne bolognesi, dove ha lavorato da sempre come insegnante. Solo da pochi anni ha scoperto il mondo dei concorsi letterari a cui si è avvicinata inizialmente con le fiabe che era solita inventare per i suoi alunni e il nipotino. Successivamente si è avventurata nel campo della poesia e della prosa per raccontare le proprie emozioni, spaccati di vissuto e voli della fantasia, attualmente presenti in diverse antologie. Le sono stati pubblicati il diario "Frammenti di noi" che racconta le inquietudini dei giorni del terremoto 2012 in Emilia a confronto con quelle della pandemia, la storia fantasy "Alchimia di mondi diversi" ispirata al piccolo popolo islandese, e le sillogi "Persistenza di memorie" ed "E le stelle stanno a guardare". Le poesie brevi di Morena toccano le tristezze e le angosce dell'anima da cui non ci possiamo nascondere. I ricordi e le incertezze della vita fanno da sfondo a questa raccolta. L'ultima poesia presente ci ricorda che "il mondo è indifferente e immobile di fronte ai nostri dolori, ma che a volte basta cambiare il modo di vedere le cose per aggirare gli ostacoli del nostro esistere."

Matteo Ghirardi - Nulla apparente 

Matteo Ghirardi scrive dal 2001, dopo aver scoperto la letteratura e la poesia alle scuole superiori. Dopo il romanzo, ha virato verso la scrittura in versi.  Questo libro, col precedente "Aspetti" del 2015, sono molto merito delle letture di "Lasciami così" di Giovanni Fierro e della sua stima, e di "Itinerari" di Francesco Osti. La sua fonte di ispirazione sono la sua famiglia e le avventure quotidiane vissute con essa. Novembre può "solo" vivere. Matteo così ci parla del non possedere, del liberarsi delle sovrastrutture, tornare a vedere il mondo il modo originale e ripartire. Il messaggio è chiaro : spendersi per le cose importanti e capire quale esse siano. Non mettere secondi fini in ciò che si fa a scapito di altri, cercare pace e ricostruire quello che sembra perduto. 

Sonia Vannozzi - Tracce Diafane

Sonia Vannozzi vive e lavora in Toscana in qualità di Digital Marketing Specialist, ma è anche Seo Copywriter, Illustratrice e Graphic Designer. Laureata con lode alla Facoltà di Lettere e Filosofia è sempre stata divisa tra la passione per le immagini e quella per la lettura e la scrittura. Questi due aspetti artistici, come le due facce di una stessa medaglia, hanno da sempre guidato i suoi passi, arricchendo il suo percorso personale e lavorativo con uno sguardo creativo, sensibile, consapevole, originale. Grazie alla sua passione per le arti letterarie e artistiche è stata scelta come parte della giuria al concorso poetico- fotografico indetto dall'Associazione “Licenza Poetica” nel 2017. Sonia ha creato il logo dell'associazione e collaborato con la stessa tramite varie illustrazioni. "Tracce diafane" bussa con discrezione e fermezza al cuore del lettore e Sonia apre una finestra sulle cose della vita e vi si affaccia osservandole attraverso una quotidianità che, pur nel suo ripetitivo rinnovarsi, non risulta mai banale. Siamo (s)conosciuti anche a noi stessi. 
Come passeggeri/di un treno/siamo muti/e guardiamo fuori.
Afferriamo brandelli/strappati veloci/da una realtà abbarbicata/e irraggiungibile.

Sonia Zuin - La casa del vento

Sonia Zuin è una donna in divenire dalle molteplici facce: ha una formazione scientifica, adora la musica, suona la chitarra da una vita e ha la casa piena di strumenti musicali. Ha alle spalle un difficile percorso di identità di genere vissuto in età adulta e all’interno della propria famiglia, con la quale ha mantenuto un bellissimo rapporto. In quinta liceo lo studio di Ungaretti la indirizza verso la poesia, ma è sicuramente un romanzo, Il lupo della steppa di H. Hesse, ad affascinarla e a far risuonare inconsciamente dentro di lei temi che poi diventeranno cruciali nella sua vita. Per numerosi anni la poesia è per Sonia un momento privato di espressione del proprio vissuto interiore, a volte quasi una necessità, senza sentire la necessità di confrontarsi con altri autori.  Nel 2019 pubblica con Le Mezzelane Percorsi Silenziosi, la sua prima silloge che raccoglie le poesie scritte nell’arco di trent’anni. In questa racconta di poesie, Sonia parla del "vento che cerca casa". Probabilmente non la troverà mai perché forse non esiste neanche : la vita in ogni sua individualità non ha infatti senso. Forse sono le nostre paure che ci portano a costruire pareti che ci isolano dagli altri, ma è solo abbattendo i muri che troviamo la vita, vediamo le stelle, e lasciamo che il vento trasporti il profumo dei fiori lontano, dove la luce stenta a penetrare. Per Sonia, la casa è il nostro "dentro" e il vento è quel fuori pieno di dolore e tristezza.

Andreina Trusgnach - L'altalena che non c'era

Trusgnach Andreina, sposata, due figli, infermiera, appartiene alla minoranza linguistica slovena del Friuli Venezia Giulia. Ha iniziato a scrivere poesie nel suo dialetto sloveno delle Valli del Natisone (UD) verso i quindici anni. Da adulta, si è maggiormente convinta della scelta di scrivere prevalentemente nella propria lingua madre, la considera una assoluta necessità, un amorevole ma tenace strumento di custodia. Una vera e propria forma di resistenza, ancor più necessaria per gli Sloveni della provincia di Udine, per i quali il rischio di perdere le proprie peculiarità culturali e linguistiche e di venir inesorabilmente fagocitati dalla cultura predominante è, più che altrove, concreto e tangibile. Scrive spinta dall’esigenza di lasciare una piccola traccia, perché la vita scappa veloce e sono troppi gli istanti che sfuggono, perdendosi nel nulla.  Quest’ultima raccolta ha ricevuto, ad oggi, diciannove riconoscimenti ed è stata presentata ufficialmente sia al Ministero degli sloveni oltreconfine e all’estero a Ljubljana (SLO), sia presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica (Roma). L’idea della silloge parte dal paesino di Cisgne, fatto abbandonare dopo il terremoto del 1976. Una immagine reale, seppure in piccolo, del triste destino che sta toccando e toccherà tutti i paesi delle Valli del Natisone (UD) dove, dal tempo dei Longobardi, vive una comunità slovena. In queste poesie vengono affrontati i temi della vita quotidiana partendo dall’osservazione delle piccole cose. E’ indispensabile fermarsi per accorgersi della bellezza che ci circonda e per ricordare a noi stessi che stiamo vivendo.